No halloween usa la testa non la zucca
Filmato : No halloween dalla Redazione in Terris
Se un significato religioso c’è, in Halloween, è negativo. Si tratta di un fenomeno dai caratteri neo−pagani, ove non satanici, in netto contrasto con il cristianesimo. Il retroscena della festa è inquietante. Il retaggio culturale è antico, affonda le radici nel tempo dei druidi, la casta sacerdotale dei Celti, popolazione indoeuropea, di religione pagana, di cui si ha testimonianza a partire dall’età del ferro e che ebbero massima espansione tra il IV e il III secolo a. C., dalle isole britanniche in quasi tutti i Paesi d’Europa.
Nella notte di Samhain (dio delle tenebre), il 31 ottobre, si celebrava il passaggio dalla stagione estiva a quella invernale, e quindi, la sconfitta del dio della luce. I Celti credevano che, in quella notte, le anime dei defunti tornassero in vita per partecipare ai rituali orgiastici e banchettare insieme ai viventi, mascherati per l'occasione con le pelli degli animali appositamente uccisi per la cerimonia.
I druidi portavano lanterne realizzate con rape svuotate, al cui interno erano poste candele fatte con il grasso degli animali sacrificati, e passavano di casa in casa, a raccogliere offerte, per ingraziarsi gli spiriti maligni. La porta era lasciata socchiusa, con il fuoco acceso e la tavola imbandita, per accogliere i defunti. Chi si fosse rifiutato di partecipare sarebbe stato maledetto. Questo il significato originario di trick or treat ("dolcetto o scherzetto"): sacrificio o maledizione.
Per i satanisti, per gli adoratori del Male, Halloween è la festa più importante, il Capodanno, il compleanno di Lucifero, e l’occasione per adescare adepti. Nella notte del 31 ottobre, mentre ingenui ragazzi si illudono di divertirsi innocentemente e allegramente in un gioco sociale, gli occultisti compiono riti sacrileghi e disumani, profanano cimiteri, uccidono neonati, sacrificano esseri umani e animali, compiono messe nere, nascondono droghe e veleno nei dolci e nella frutta che regalano ai bambini.
Halloween è l’anti−culto cristiano: un invito ad abitare il mondo dei mostri, in amicizia con anime inquiete e terrificanti, intrappolate sulla soglia tra i due mondi, a divertirsi con figure della fantasia horror e demoni del male, invece che cercare la comunicazione con gli angeli della luce e con i santi, testimoni della gioia e dell’amore di Dio. Quando il mostruoso è considerato piacevole, il terrificante è divertente, l’orrido è appagante, cade il confine tra il bene e il male, la porta del giudizio si spalanca sul baratro mortale.
Il principe del Male attira nella sua trappola eserciti di giovani e adolescenti per lo più inconsapevoli, con il piacere del macabro e del mostruoso e dissacrando il senso della morte. La festa di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti sono, invece, l’occasione per riflettere sul mistero della morte nella prospettiva della Resurrezione, come nascita all’immortalità, dove soltanto coloro che hanno vissuto in osservanza alla Parola di Dio, alla luce del suo Amore, potranno vivere la pienezza della gioia eterna. È necessario, anzi, urgente, recuperare e promuovere una cultura della vita, che, con la sua bellezza, offre esempi e modelli di speranza ai molti immersi in quella che Papa Francesco ha definito una “cultura di morte”, ormai imperante, di cui Halloween è uno strumento e una manifestazione.
Questo fenomeno è ambiguo, subdolo, pericoloso, oltre il business commerciale di cui si serve e ci si serve. L’azione di sensibilizzazione critica consiste anche nel valorizzare l’alternativa cristiana ad Halloween, la festa di Ognissanti, così come la luce è la bella alternativa al buio: gli splendidi volti dei Santi invece delle orride maschere degli zombie.