Strage Latina - Amore vince sul male
Antonietta Gargiulo, la mamma delle bambine uccise a Cisterna, parla per la prima volta attraverso un video pubblicato dalla comunità Gesù Risorto
Antonietta Gargiulo, dopo la strage di Latina:
l’amore di Dio ha vinto sul male
(da Aleteia - Articolo di Annalisa Teggi)
All’inizio, cioè poche ore dopo la strage di Latina, credevo che anche lei fosse morta; e buona parte del mio piccolo cervello, piangendo, si consolava che madre e figlie fossero insieme in Paradiso. Quando ho capito che, pur in condizioni tragiche, era viva, mi è mancato il respiro.
Lo scorso febbraio Luigi Capasso, marito di Antonietta Gargiulo, l’ha aggredita a morte poi ha ucciso le loro due bambine e se stesso; è una tragedia rimasta impressa nella memoria di tutti. Antonietta è rimasta in coma, poi si è ripresa e a fine marzo è stata dimessa dal San Camillo. Credo che il pensiero di molti sia andato al momento in cui questa madre ha appreso cosa era successo alle figlie. Si sopravvive a una notizia del genere? Che ne sarà del resto della sua vita?
Quando ho saputo che la signora Gargiulo aveva mandato un messaggio alla sua comunità carismatica, quella di Gesù Risorto a Cisterna Latina, ho immaginato chiedesse preghiere di sostegno, aprisse agli amici le ferite che la segnano. Le sue parole, invece, introducono il tema del miracolo. Lascia basiti, stupiti, un po’ tramortiti la sua voce chiara che scandisce una riflessione così limpida di pura adesione al Bene.
«Ciao a tutti, cari fratelli. Sono Antonietta Gargiulo e oggi vorrei ringraziare ognuno di voi per le preghiere e per l’amore. La mia vita oggi, qui, è un miracolo! E ringrazio Dio ogni istante. Il vero miracolo, ancora, è l’amore che ha circondato me e soprattutto le mie bambine. Il vero miracolo è che il male, l’odio e il rancore non hanno vinto nei nostri cuori, ma regna un senso di pace, pietà e misericordia.
Regna l’amore che si stendendo a centri concentrici come da una goccia e sta arrivando lontano. La parola di Dio ha vinto sulla morte e io lo posso testimoniare. Un grazie senza fine va alla mia famiglia e a tutti voi, perché in ogni cellula del mio corpo sento la vita che è rinata da tutte le preghiere per me.
Il mio desiderio ora è di venire al convegno, dove passa ancora amore e grazia senza fine per questo vi chiedo di continuare a pregare per me. Vorrei riabbracciarvi tutti lì! Spero ci siate tutti e numerosi per poter condividere questo fiume di grazia, del nostro XXXI Convegno, che non poteva avere un tema migliore per me: ‘Io sono la Luce del mondo’. Gesù nostra Luce ci benedica. A presto, vi voglio bene».
Il martire è un testimone, ed è quasi sempre qualcuno che ha dato la vita. Abbiamo esempi di madri che sono morte per il bene dei figli e sono presenze di luce che vincono il buio della prova. Il martirio può passare anche dalla vita e non solo dalla morte? Mi pare che la vita di Antonietta sia una prova ancora più forte della morte; essere viva, portare tutto il peso di un dolore a cui non so dare misura, eppure essere voce di quel bene che da una goccia sa generare cerchi concentrici che si dilatano.
I piani di Dio sono misteriosi ma non sono mai tranelli, il sigillo vivente della Resurrezione (che non è un evento passato, ma una presenza operante e dilagante) trapela nell’umano affogato in circostanze incomprensibilmente perfide. Siamo noi, quelli distratti, che abbiamo bisogno che la Luce del mondo abbia una voce sempre nuova, più attraente del buonismo e più permanente del male. Ad Antonietta non mancheranno le nostre preghiere, perché guardare lei è come ripetere il gesto di Tommaso che per credere deve vedere e toccare le Stimmate.