Maria Donna del silenzio

26.09.2019 21:40

Maria, donna del silenzio

di Don Tonino Bello

Santa Maria,
donna del silenzio,

riportaci alle sorgenti della pace.
Liberaci dall'assedio delle parole.
Da quelle nostre, prima di tutto.
Ma anche da quelle degli altri.

Figli del rumore,
noi pensiamo di mascherare l'insicurezza che ci tormenta
affidandoci al vaniloquio del nostro interminabile dire:

facci comprendere che, solo quando avremo taciuto noi,
Dio potrà parlare
.
Coinquilini del chiasso,
ci siamo persuasi di poter esorcizzare
la paura alzando il volume dei nostri transistor:

facci capire che Dio si comunica all'uomo
solo sulle sabbie del deserto,
e che la sua voce non ha nulla da spartire
con i decibel dei nostri baccani
.
Spiegaci il senso profondo di quel brano della Sapienza,
che un tempo si leggeva a Natale
facendoci trasalire di meraviglia:
«
Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso,
la tua Parola onnipotente dal cielo,
dal tuo trono regale, scese sulla terra
...».
Riportaci, ti preghiamo,
al trasognato
stupore del primo presepe,
e ridestaci nel cuore la nostalgia di quella "tacita notte".
Santa Maria, donna del silenzio,
raccontaci dei tuoi appuntamenti con Dio.
In quali campagne ti recavi nei meriggi di primavera,
lontano dal frastuono di Nazareth, per udire la sua voce?
In quali fenditure della roccia ti nascondevi adolescente,
perché l'incontro con lui non venisse profanato dalla violenza degli umani rumori?
Su quali terrazzi di Galilea,
allagati dal plenilunio, nutrivi le tue veglie di notturne salmodie,
mentre il gracidare delle rane,
laggiù nella piana degli ulivi,

era l'unica colonna sonora ai tuoi pensieri di castità?
Che discorsi facevi, presso la fontana del villaggio,
con le tue compagne di gioventù?
Che cosa trasmettevi a Giuseppe quando al crepuscolo, prendendoti per mano,
usciva con te verso i declivi di Esdrelon,
o ti conduceva al lago di Tiberiade nelle giornate di sole?
Il mistero che nascondevi nel grembo glielo
confidasti con parole o con lacrime di felicità?
Oltre allo Shemàh Israel
e alla monotonia della pioggia nelle grondaie,
di quali altre voci risonava la bottega del falegname
nelle sere d'inverno?
Al di là dello scrigno del cuore,
avevi anche un registro segreto
a cui consegnavi le parole di Gesù?
Che cosa vi siete detto, per trent' anni,
attorno a quel desco di povera gente?

Santa Maria, donna del silenzio,
ammettici alla tua scuola.
Tienici lontani dalla fiera dei rumori
entro cui rischiamo di stordirei,
al limite della dissociazione
.
Preservaci dalla morbosa voluttà di notizie,
che ci fa sordi alla "buona notizia".
Rendici operatori di quell'ecologia acustica,
che ci restituisca il gusto della contemplazione
pur nel vortice della metropoli
.
Persuadici che
solo nel silenzio maturano le cose grandi della vita:
la conversione, l'amore, il sacrificio, la morte.
Un'ultima cosa vogliamo chiederti, Madre dolcissima.
Tu che hai sperimentato, come Cristo sulla croce,
il silenzio di Dio,
non ti allontanare dal nostro fianco nell'ora della prova
.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
e il cielo non risponde al nostro grido,
e la terra rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell'abbandono rischia di farci disperare,
rimanici accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio:
per dirci parole d'amore!
E sentiremo sulla pelle i brividi della Pasqua
.

Da nondisolopane.it 

Maria è bella perché è la donna del silenzio. In lei tutto tace. Per capire il silenzio di Maria dobbiamo inoltrarci su un sentiero di alta montagna dove le voci degli uomini cessano; dopo aver attraversato i boschi dove il vento, come le mani esperte del musicista sulle corde dell’arpa, compone, sfiorando i rami e le foglie, la sua melodia, tutto tace e i sussurri diventano echi lontani. Dopo il bosco, mentre gli alberi diventano sempre più rarefatti, rimane il silenzio e la vetta. È l’esperienza mistica della Vergine Santa. In questo silenzio assoluto la Parola eterna diventa carne, si concepisce Dio e l’uomo. Solo nel silenzio l’uomo comprende il mistero di Dio, se stesso, la storia-e-l’avvenire.
Sottolinea giustamente Alessandro Pronzato: Una vera vita interiore risulta impossibile se viene a mancare il silenzio. Il silenzio, infatti, fa parte di quella dimensione delle profondità che dovrebbe caratterizzare ogni esperienza spirituale seria. L’uomo può trovare un’apertura all’esterno. Allora fugge, evade, si dissolve nella molteplicità, si stempera nella superficialità, si disperde nell’insignificanza. Ma, fortunatamente, può anche trovare un’apertura all’interno. Allora l’uomo si ritrova, recupera l’armonia, attua uno spostamento dell’esistenza in profondità, lungo l’asse dei valori.
Silenzio come opposizione alla frammentarietà che ci minaccia e apertura alla totalità. Solo nel silenzio autentico si attua la conoscenza autentica. Questo silenzio che rende Maria bella agli occhi di Dio deve diventare la dimensione che segna la profondità della saggezza cristiana; non è solo l’esperienza di una creatura unica e del tutto particolare come la Vergine Santa. Il suo silenzio deve diventare il silenzio dei semplici e dei miti; cella interiore dove rifugiarsi per conservare il meglio di noi. Penso a un’immagine stupenda di Francesco d’Assisi, ritagliata dalla Vita seconda di Tommaso da Celano: «… Se a volte urgevano visite di secolari o altre faccende, le troncava più che terminarle, per rifugiarsi di nuovo nella contemplazione … … Cercava sempre un luogo appartato, dove potersi unire non solo con lo spirito, ma con le singole membra, al suo Dio: e se  all’improvviso si sentiva visitato dal Signore, per non rimanere senza cella, se ne faceva una piccola col mantello. E se a volte era privo di questo, si copriva il volto con la manica, per non svelare la manna nascosta». Tutti possiamo costruirci una piccola cella per rimanere in silenzio e nel silenzio: un luogo appartato, un angolo della nostra stanza, un lembo del nostro mantello. Tutti dobbiamo e possiamo concepire Dio e l’uomo nel silenzio della casa di Nazareth.