L'Uomo verso la coscienza planetaria
Filmato : L'Anima della Terra sulle verità dell'essere umano
Il proposito di questo film è di fornire informazioni e conoscenze scientifiche, filosofiche, mediche, psicologiche e spirituali per sostenere e dare valore al "paradigma olistico": la visione unitaria, ecologica e sistemica del mondo e dell'essere umano che tutti noi condividiamo, ma che fino ad oggi è stata rigettata dalla cultura ufficiale come poco scientifica o utopistica. La consapevolezza di condividere un paradigma comune può ampliare la nostra consapevolezza globale e favorire la riunione dei " creativi culturali": le persone, le associazioni e i movimenti che, con amore, sensibilità e consapevolezza, vivono e si impegnano per un mondo migliore: cioè tutti noi! L'aspirazione è di facilitare la realizzazione di una rete internazionale di collaborazione e di una massa critica tra tutte le associazioni e le persone. Il film pone in evidenza lo spirito che ci accomuna: il senso di unità e responsabilità per il benessere dell'uomo e del pianeta. Un progetto che si sta estendendo a tutto il pianeta, contribuendo ad un orientamento positivo dell'attuale crisi ecosistemica globale.
De Broglie ha dimostrato che ciò che costituisce la materia è nello stesso tempo onda e particella quindi la materia possiede più di un modo di essere, ha più nature contemporaneamente. L’esperimento della doppia fenditura (Werner Heisenberg e Wolfgang Pauli) sembra dimostrare che l’osservatore modifichi la realtà, ovvero che la nostra opinione sulla realtà possa influenzare la realtà stessa; lo studio di Alain Aspect ha dimostrato che il cambiamento di moto di una particella può causare contemporaneamente il cambiamento di moto di un’altra particella identica che si trovi dall’altra parte dell’Universo, rendendo plausibili le teorie sincroniche, la telepatia e l’intuizione. Il propagarsi delle onde elettromagnetiche nello spazio e il fatto stesso che esso si curvi dimostra che il vuoto è qualcosa e il fisico David Bohm ha teorizzato un ordine implicito che sostiene e determina l’ordine esplicito. In altre parole una realtà sottile e onnipervadente che sostiene e determina la realtà apparente. Tutto ciò ricorda molto la visione della realtà delle filosofie orientali e dei Veda indù in particolare. La realtà dei Veda indù descrive l’Universo come una unità, sorretta e in qualche modo costituita da qualcosa di sottile e onnipervadente che sta dietro alla realtà apparente, l’Akasha. Secondo questa visione l’intero universo è composto da due materie, il Prana , che è l’energia cosmica, e l’Akasha, che corrisponde un po’ all’etere degli antichi filosofi occidentali, sostanza sottile e onnipervadente che consente l’apparire del mondo materiale e che nello stesso tempo è ciò che, non essendo possibile percepire e misurare, appare all’uomo come il vuoto. Nell’Akasha veniva anche immagazzinata tutta la storia dell’universo, la memoria del Tutto. Gli universi venivano riassorbiti nell’Akasha e da esso rinascevano. Tutto questo a sua volta assomiglia alle ipotesi dei fisici che hanno ipotizzato un Metaverso da cui nascono e in cui vengono continuamente riassorbiti gli universi. Un Metaverso in cui è presente informazione e memoria, come anche nell’Universo. L’informazione e la memoria spiegherebbero la coerenza dell’esistente. Ciò che stupisce i ricercatori è infatti l’estrema coerenza dell’ Universo. Se il suo tasso di espansione nelle sue prime fasi fosse stato un miliardesimo in meno esso sarebbe immediatamente collassato su se stesso; se fosse stato un miliardesimo in più si sarebbe disperso velocemente, raffreddandosi e sarebbe stata impossibile la formazione di stelle come il Sole e l’evoluzione della vita in pianeti come la Terra. Se l’elettrone non avesse avuto una massa così vicina alla metà della differenza tra quella del neutrone e del protone non sarebbero possibili le reazioni chimiche. Ancora, è incomprensibile il surplus immenso nel nostro Universo di materia rispetto all’antimateria, ma è grazie a questo misterioso ed inspiegabile errore che esso esiste così come è. Infine se la carica elettrica tra protoni ed elettroni non fosse perfettamente bilanciata tutta la materia sarebbe instabile. Lo scienziato Roger Penrose ha calcolato che la possibilità che un Universo nasca con queste caratteristiche casualmente è una su 10 elevato a 10.123, numero che indica una improbabilità estrema. Certamente credere in un Universo creato da un Dio non è scientifico, ma a quanto pare non lo è nemmeno credere che a crearlo sia stato il caso. Può essere convincente l’ipotesi di un Metaverso in cui, essendo presenti informazione e memoria, possano originarsi da esso universi sempre più evoluti. Ma un paradigma riguardante la visione della realtà è duro a morire. Gli esperimenti di cui vi ho parlato sono tutti dimostrati, ma stranamente tutto ciò continua a non riguardare la nostra interpretazione della realtà, non solo per la gente comune, ma anche per gli addetti ai lavori. È come se ci negassimo quello che è stato da sempre il nostro compito di esseri umani: dare significato a ciò che abbiamo scoperto. Questo significato ci è tra l’altro estremamente utile se non indispensabile, perché fornendoci un nuovo paradigma di interpretazione della realtà può spingere l’umanità verso un più elevato livello di coscienza.
In una lezione del 1973 sulle nuove dimensioni della Psicologia, Roberto Assagioli, parlando della Quinta Forza o Psicoenergetica, introdusse il tema dell’indagine di tutte le forze esistenti nell’Universo e dei loro rapporti: ■ le energie fisiche, dal livello subatomico fino a quello astronomico, galattico; ■ le energie biologiche, organizzatrici della materia vivente; ■ le energie psichiche, di tutte le qualità e a tutti i livelli; ■ le energie spirituali, transpersonali, trascendenti. Egli auspicava un ampliamento della conoscenza di tali energie e dei loro effetti sugli esseri viventi. In effetti nel XX secolo si è andato delineando un nuovo paradigma scientifico improntato a una nuova concezione dell’essere umano; questi non è più inserito in una visione meccanicistica come soggetto passivo, biologicamente, psicologicamente e socialmente determinato, separato dalla realtà che lo circonda, ma come una forma complessa di energia, sostenuta da specifiche informazioni, inserito in una relazione di interconnessione e interdipendenza con l’energia dell’Universo, parte integrante di questo sistema con cui è in continua interazione, locale e non-locale. Grazie a questa relazione di interconnessione e interdipendenza col tutto, la persona diventa soggetto partecipante e protagonista, in grado di agire sulla realtà, creatore e co-creatore della realtà stessa. Il nuovo paradigma scientifico recupera la visione energetica delle antiche tradizioni mistiche orientali, quando afferma che la realtà è fatta di elementi inseparabili e che l’essere vivente è costituito da energia più informazione, energia che si organizza a diversi livelli, da quelli più materiali e grossolani della corporeità a quelli via via più sottili del livello emotivo, mentale, spirituale. Sta a noi assumerci la responsabilità rispetto al mantenimento dell’energia e al tipo di informazione a cui esporci, in modo da coltivare e preservare la propria coerenza, termine scientifico con cui si intende quella particolare condizione di armonia fra singole parti di un organismo o fra più sistemi, che si esprime in uno stato di benessere psicofisico e di pace interiore e col mondo. La coerenza infatti genera nel campo energetico della persona un’azione risanatrice di riequilibrio, che produce cambiamenti a livello biologico e psicologico. Diversi studi scientifici hanno dimostrato e misurato il livello di coerenza rispetto allo sviluppo di emozioni e qualità: la gioia, l’empatia, l’amore, la compassione, la calma, la presenza mentale aumentano la coerenza. Viceversa la tristezza, la rabbia, l’odio, il rancore, la paura, l’ansia e simili diminuiscono la coerenza. Come non ricordare a questo proposito la lezione di Assagioli che tratta di farmaci e veleni psichici e l’importanza di trasformare le emozioni negative, per cui diventa fondamentale l’applicazione delle leggi psicologiche. Incrementando la coerenza si diventa più sensibili ai sottili segnali elettromagnetici che gli individui trasmettono tra loro con le emozioni, l’attenzione e l’intenzione consapevoli. Pensieri, atteggiamenti, credenze, emozioni, generati dalla mente individuale, agiscono sulla sua energia, su quella dell’intero organismo e su quella della realtà circostante.
Quando pratichiamo la disidentificazione e l’autoidentificazione diventiamo meno reattivi e, accedendo al piano delle possibilità infinite, abbiamo il potere di dare forma e concretezza a ciò che l’Io sceglie, con l’espressione della volontà; inoltre stabiliamo una connessione con quel campo energetico informazionale unificato da cui possiamo ricevere informazioni sotto forma di intuizioni, ispirazioni, visioni. Più una persona si allinea col suo Sé transpersonale ed innalza il suo livello di coscienza e più diventa capace di sciogliere i blocchi energetici che impediscono di ricevere e irradiare energia luminosa. L’evoluzione dell’uomo diventa una progressione ed espansione della sua luminosità, della sua capacità di ricevere, immagazzinare ed irradiare Luce, tendendo verso il traguardo ultimo di riconoscere e manifestare il Sé transpersonale. Uno dei concetti fondamentali della fisica quantistica é l’Entanglement, nei suoi tre principi: ■ la non-località (siamo in connessione al di là delle dimensioni spaziotemporali e capaci di comunicare senza segnali), ■ l’interconnessione e l’interdipendenza, ■ la discontinuità (l’evoluzione avviene anche attraverso salti quantici, per esempio attraverso atti creativi, intuizioni, illuminazioni, ispirazioni, con cui accediamo ai livelli energetici più sottili del supercosciente). Dal principio dell’interconnessione e dell’interdipendenza scaturisce il senso di partecipazione, di solidarietà e responsabilità del proprio sentire, pensare, agire, rispetto all’evoluzione e all’armonia del pianeta, l’importanza della condivisione delle informazioni, del sapere e delle conoscenze applicabili nei vari contesti: biologico, sanitario, ecologico, economico, sociale, politico, educativo, terapeutico, della comunicazione, …
Ricercare e promuovere l’esposizione a informazioni salutari per gli esseri viventi e per tutto il pianeta diventa fondamentale; coltivare relazioni, credenze, idee, valori, sentimenti, qualità, stile di vita, mezzi di comunicazione, ogni nuovo apprendimento che vada a iscriversi in un nuovo epigenoma che verrà tramandato alle generazioni future. La crisi mondiale che interessa tutti i livelli richiede un cambiamento di coscienza, come afferma, fra gli altri, il filosofo della scienza Ervin Laszlo; si richiede una conversione da una coscienza individualistica, separativa, a una coscienza planetaria. Questo significa non solo sviluppare un senso di appartenenza al pianeta, ma anche, come dice Edgar Morin parlando della nuova educazione, di solidarietà e responsabilità nei confronti di esso, di valorizzazione della bellezza e della salute del pianeta e di sane relazioni fra gli esseri viventi; sostituire il sistema motivazionale della competizione con quello della collaborazione e cooperazione. La nuova coscienza si riflette nell’adottare e nello sperimentarsi in un nuovo stile di vita, sia interiore che esteriore, lavorando per l’evoluzione personale e planetaria con l’applicazione della volontà in tutti i suoi aspetti: forte, buona, sapiente, transpersonale, universale.
La consapevolezza di una realtà sottile, non manifesta, descritta dalla scienza dei quanti, e di cui parlava la filosofia perenne e ancor prima trasmessa dalle tradizioni mistiche orientali, ci conduce alla rinascita della dimensione spirituale, con lo sviluppo della consapevolezza della sacralità di ogni essere e del collegamento sottile che lega gli esseri fra loro, trascendendo le differenze di razza, religione, cultura. Il Sé quantico, inteso come energia del corpo-mente, a livello subatomico é interrelato, interconnesso e interdipendente con tutte le altre energie o biocampi. Il Sé quantico, liberato dagli offuscamenti attraverso la meditazione (in termini psicosintetici potremmo dire passando dalla identificazione alla disidentificazione e all’autoidentificazione), per mezzo dell’attenzione e dell’intenzionalitá consapevole influisce sulla realtà materiale, sulla nostra vita e sulla realtà circostante. L’interazione avviene attraverso la risonanza morfica, per cui gli organismi hanno accesso in modo non-locale ai campi morfici, campi organizzativi, energetico/informazionali, che guidano e plasmano la struttura e i comportamenti di tutti i sistemi chimici, fisici e biologici. Attraverso la Risonanza Morfica gli individui trasmettono tra loro stati mentali, credenze e informazioni. Il nuovo paradigma scientifico ci insegna: ■ a vedere al di là della realtà manifesta, perché esiste una realtà invisibile che sottende quella manifesta (ordine implicato ed esplicato di Böhm), in linea con quanto affermato dalla filosofia perenne; ■ a vedere la realtà nella sua dimensione energetica e non solo materiale: l’Universo é fatto di energie, informazioni, vibrazioni, risonanze, che si organizzano in configurazioni diverse, di cui la materia rappresenta una delle varie configurazioni; ■ che esiste una grande Mente universale o Campo Energetico Unificato (Sé universale), a cui la mente individuale, biografica può accedere; ■ l’importanza dell’osservatore nel determinare la realtà e anche il modo di vedere la realtà, così come la disidentificazione e l’autoidentificazione ci insegnano; ■ che l’Universo si trova in uno stato di Entanglement, per cui ogni essere appartiene a una rete di interconnessioni e interdipendenza, da cui la possibilità di comunicazione simultanea, non-locale; ■ che l’evoluzione procede anche in maniera discontinua, per salti quantici, e questo si manifesta nell’essere umano sotto forma di insight, intuizioni, illuminazioni, ispirazioni; ■ in base a una visione energetica non esiste frammentarietà né nella realtà che ci circonda né nell’essere umano (visione olistica); ■ che l’organismo é un sistema energetico/informazionale che per mantenersi sano ha bisogno di energie ed informazioni adeguate per ognuno dei tre livelli: corpo, psiche, spirito. ■ l’importanza della meditazione (i cui effetti sono stati ampiamente studiati) sia per stabilire uno stato di benessere a livello fisico, emotivo, mentale, sia per favorire l’elevazione della coscienza e coltivare la dimensione spirituale; ■ l’importanza del coltivare qualità elevate e valori ascendenti, emozioni e sentimenti sani, quali l’amore, la compassione, la gioia, l’empatia, la comprensione, la tolleranza, per incrementare la coerenza o in altri termini l’armonia fra le parti, sia interne che esterne; ■ l’integrare le polarità grazie a una visione trascendente, dal punto di vista di una coscienza spirituale; ■ a dare valore alla relazione sulla base del principio dell’interconnessione e interdipendenza, da cui deriva l’importanza della solidarietà e responsabilità: quello che si semina in termini di pensieri, parole, sentimenti, azioni, non rimane senza effetto nel mondo, negli altri, nelle generazioni successive. ■ che a livello cognitivo significa trovare significato, scopo e valore alla propria vita, inserendola in un processo evolutivo universale. ■ che a livello affettivo implica dire “sì” alla vita incondizionatamente, riscoprire la gioia di vivere, amare e apprezzare ogni cosa. ■ che a livello volitivo significa essere co-creatori della realtà, poter creare e manifestare tutto ciò che è coerente con la realizzazione del Sé transpersonale. ■ a semplificare la vita esteriore a tutti i livelli: fisico, psicologico, alimentare, economico, ecologico, sociale. Rivolgere l’attenzione alla ricchezza interiore e ai valori e qualità superiori.
Assagioli, con la sua Psicosintesi, che sentiamo riecheggiare in tutti i punti sopra esposti, è stato un grande anticipatore di nuove visioni, che si innestano su antiche tradizioni di saggezza, sia orientali che occidentali. Non si tratta solo di teorie, ma di incarnare la nuova visione in una nuova coscienza, che si esprima in un nuovo modo di sentire, pensare, entrare in relazione, vivere nel mondo, nutrire lo spirito. (Da M.T. Marraffa e S. Guarino)
Dobbiamo prendere atto di essere immersi in un mare di energie, di cui possiamo diventare consapevoli, imparando anche ad utilizzarle. La forza vitale della Terra e del Cosmo scorrono, con le loro energie, più agevolmente e abbondantemente attraverso di noi, guidando la nostra evoluzione in modo che nuove prospettive vengano rivelate e che capacità avanzate si risveglino in noi : percezione extrasensoriale, guarigione fisica, guarigione psichica, maggiore creatività e maggiore intuizione.
Nel 1952, un fisico di nome Schumann, misurò la frequenza di risonanza della cavità Terra-ionosfera, ottenendo come risultato: 7,83 Hz (confermando i calcoli di Tesla che si attestavano intorno agli 8 Hz). È stato, inoltre, scoperto che il cervello umano, mentre si trova in un profondo stato di meditazione, abbassa le oscillazioni delle proprie onde cerebrali, armonizzandole così con la frequenza di risonanza della Terra. Una corretta pratica della meditazione ad occhi chiusi stimola il cervello a lavorare con onde cerebrali di tipo alfa e che la sincronizzazione dei due emisferi cerebrali incomincia a lavorare a partire dagli otto cicli per secondo. Questa sincronizzazione biemisferica espleta una moderata azione antineoplastica ed incrementa la produzione di endorfine, sostanze endogene ad azione antidolorifica. La tecnica immaginativa di Einstein, chiamata così proprio perché impiegata anche da Einstein per trovare intuizioni e soluzioni agli empasse scientifici del suo tempo porta in coerenza i due emisferi grazie al fatto che il cervello si setta sulle frequenze degli 8 Hz del profondo alfa. Lo stato cerebrale che ci porta ad essere creativi e ad avere profonde intuizioni di natura scientifica, mistica o comportamele e ad aumentare la predisposizione ad imparare sono gli otto cicli per secondo (theta mode). Ad una frequenza di 10.80 hertz susciterebbe un comportamento violento, mentre a 6.60 Hz causerebbe invariabilmente la depressione del soggetto. La frequenza di 3.5 hertz provocherebbe formazioni cancerogene, quella di 6-7 Hz risuonerebbe nelle orecchie, dando la sensazione di restringimento del petto, incrementando la pulsazione sanguigna e la stanchezza, mentre tra i 8.60-9.80 hertz provocherebbe sensazioni di formicolio ed induzione del sonno. Infine frequenze mixate tra i 17 Hz e 70 Hz provocherebbe effetti biologici dannosi.
TECNICHE di MEDITAZIONE e COERENZA GLOBALE
Esse sono moltissime nella rete, gran parte di esse sono a pagamento. Noi vorremmo darci pace, trovare e custodire una pace interiore più salda, più stabile. E chi non lo vorrebbe? Oggi moltissime persone non ne possono più della tensione lacerante, della sofferenza interiore, dello stress, come si dice, che accumuliamo giorno dopo giorno, di quella conflittualità continua che cresce in tutte le relazioni, in famiglia, nei posti di lavoro, nelle parrocchie e nelle stesse comunità religiose. Per alcuni psicologi ci sono migliaia di persone di ogni ceto sociale e livello culturale che stavano cercando qualcosa, un cammino, un’esperienza, una via di uscita da condizioni psicologico-spirituali divenute insostenibili e opprimenti. E in queste conversazioni accorate, essi arrivavano spesso alla conclusione che non ci sono ancora offerte sufficienti a rispondere alla domanda di spiritualità sanante che sale dalle anime sofferenti del nostro tempo. E questa è davvero una provocazione fortissima per la Chiesa, che si autointerpreta proprio come la sola autentica e globale cura dell’anima, mentre fioriscono fuori dei suoi recinti molteplici offerte di psico-terapia o di tecniche di rilassamento e di meditazione, che ottengono ovviamente molta attenzione.
Qui sorge un’ardua domanda: per trovare la nostra pace abbiamo forse bisogno di tecniche particolari? Dobbiamo forse integrare la nostra vita cristiana tradizionale con tecniche di concentrazione o altro? Che rapporto c’è, più in generale, tra lo sforzo umano, la tecnica appunto, e l’azione della grazia?
Certamente nessuna tecnica può garantirci un contatto autentico con Dio, e quindi il dono della sua pace. Ognuno di noi può cioè incontrare Dio più intensamente nel suo letto di malattia che cantando le Lodi mattutine, oppure pregarlo col cuore in modo più sincero durante una fila nel traffico delle 7, mezzo asfissiato dai gas di scarico di Roma o di Torino, piuttosto che in un corso di meditazione profonda. Nel documento della Congregazione per la Dottrina della fede Orationis Formas si dice in modo perentorio: “Il modo cristiano di avvicinarsi a Dio non si fonda su alcuna tecnica nel senso stretto della parola. Ciò contraddirebbe lo spirito d’infanzia richiesto dal Vangelo. La mistica cristiana autentica non ha niente a che vedere con la tecnica: è sempre un dono di Dio, di cui chi ne beneficia si sente indegno”. La Chiesa vuole in tal modo differenziare nettamente la preghiera cristiana dai vari tecnicismi di tipo new age, che presumano di organizzare una sorta di autosalvezza. E infatti nel recente documento dedicato proprio al New Age, Gesù Cristo portatore dell’acqua viva, redatto dai Pontifici Consigli della Cultura e per il Dialogo Interreligioso leggiamo: “Tutte le tecniche di meditazione vanno depurate dalla vanità e dalla presunzione”.
L’azione di Dio, in altri termini, non può essere forzata da alcuna tecnica. Eppure la Chiesa nella sua storia ha sempre prodotto delle forme di preghiera, dei linguaggi verbali, rituali, e corporei, e quindi in definitiva proprio delle tecniche, in cui incarnare/inculturare e trasmettere l’esperienza spirituale dei credenti. Se ogni tecnica non è altro che un certo modo di pregare, una determinata strutturazione di parole e gesti, che viene ripetuta con precisione per ottenere determinati effetti, perfino la liturgia può considerarsi, nei linguaggi storico-culturali (soggetti quindi a variazioni) in cui si esprime, una tecnica predisposta a favorire l’azione gratuita di Dio, e così la lectio divina è certamente una tecnica di preghiera, e così il Rosario o anche gli Esercizi di Sant’Ignazio e tutte le forme che i santi hanno sperimentato e proposto ai cristiani nei secoli. Leggiamo infatti nello stesso Documento sul New Age: “I grandi ordini religiosi possiedono forti tradizioni di meditazione e di spiritualità che potrebbero essere messe a disposizione mediante corsi da seguire o periodi da trascorrere nelle loro case. In parte questo è già stato fatto, ma occorre fare di più. Aiutare le persone nella loro ricerca spirituale offrendo loro tecniche collaudate ed esperienze di preghiera autentica potrebbe avviare un dialogo che rivelerebbe le ricchezze della tradizione cristiana e forse chiarirebbe molto del New Age”. Dunque le tecniche sono sempre e comunque necessarie, anche se insufficienti a metterci in contatto con Dio. Sant’Ignazio direbbe: fai come se tutto dipendesse da te, sapendo che tutto dipende da Dio. E Baudelaire aggiungerebbe: l’ispirazione consiste nello stare ogni giorno quattro ore a tavolino. Come a dire: lo sforzo umano e l’azione della grazia sono poi in realtà difficilmente distinguibili.
Il problema dunque non è se propendere per la tecnica o per l’azione gratuita di Dio, ma nello sperimentare modalità concrete di meditazione, di autoosservazione, e di preghiera, che efficacemente ci predispongano alla ricezione dello Spirito. Siamo cioè chiamati certamente a riscoprire e a ravvivare le “tecniche collaudate” della nostra tradizione, ma anche a sperimentare in piena libertà altre tecniche che provengano da altre tradizioni, che la Provvidenza del Signore della storia (e non il caso) ci mette proprio oggi a disposizione, e infine a creare anche nuove tecniche che siano adatte alle persone concrete del nostro tempo. La stessa creazione di tecniche, e cioè in definitiva di linguaggi storico-culturali in cui esprimere e sperimentare la nostra fede, è infatti essa stessa opera dello Spirito di Dio che continuamente ci sollecita a penetrare più a fondo nel suo mistero, e a incarnarlo in forme culturali sempre più autentiche. Proprio in quanto nessuna tecnica, e cioè nessuna configurazione linguistico-rituale, può essere assolutizzata, noi siamo chiamati a crearne sempre di nuove con la libertà dei figli di Dio, per i quali perfino il Sabato è stato fatto. Questo significa creare veri e propri “laboratori della fede”, come chiedeva Giovanni Paolo II, luoghi cioè in cui appunto si facciano esperimenti, in cui lo Spirito di Dio possa guidarci e suggerirci come rinnovare gli itinerari iniziatici cristiani attraverso i quali offrire alle sorelle e ai fratelli del nostro tempo l’esperienza viva e calda della pace che viene dal Signore Risorto.
Filmati per approfondimenti settoriali :
Le piccole verità sui biofotoni
Fisica quantistica e memoria dell'acqua
Stato di consapevolezza del mondo spirituale
Nicola Tesla grande scienziato dimenticato