Gesù prega
Gesù prega il Padre perché lo sente al centro della propria esistenza, come ebbe a dire un giorno ai discepoli: "Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato" (Gv 4, 34). E' per questo che Egli sente l'esigenza di stare a lungo in preghiera, passando talvolta anche la notte intera nell'orazione (Cf Lc 6, 12) e cercando un clima di silenzio in luoghi appartati, come ci ricorda l'evangelista Marco: "Al mattino si alzò quand'era ancora buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercano!". Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". (Mc 1, 35-38) Nei suoi colloqui col Padre, Gesù esprime i sentimenti più profondi che nascono dalla sua esperienza quotidiana di vita. La sua, quindi, è una preghiera:
- di gioia interiore: "In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti ed ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto". (Lc 10, 21).
- di lode e ringraziamento: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". (Gv 11, 41-42).
- di richiesta di aiuto nello smarrimento della passione: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice!" (Mt 26, 39).
- di filiale obbedienza: "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà" (Mt 26, 42).
- di angoscia quando sulla croce sperimenta il silenzio del Padre: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Mc 15, 34).
- di abbandono totale nel momento della sua morte: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 23, 46).
Il primo passo nella preghiera deve essere la certezza che Dio esiste, che può ascoltarci ed intervenire su ciò che gli diciamo. Siamo disposti a credere in un Dio che ha creato l'universo, ma riteniamo molto più difficile credere che un tale Dio possa interessarsi di insignificanti esseri umani su un piccolo pianeta in un angolo del nostro sistema solare. Perché Dio dovrebbe ascoltare le nostre preghiere? E perché dovrebbe fare qualcosa per esaudirle? La Bibbia in realtà ci presenta il quadro di un Creatore di immenso potere ed autorità. Di lui dice che "abita in una luce inaccessibile". Dice inoltre che "nessuno ha mai visto Dio". Dice che Dio incute timore, che è santo e totalmente diverso da noi. Dio è eterno: non ha inizio e non ha fine. Dio non cambia mai. Il suo amore e la sua sollecitudine non cambiano mai. Non ci ama un giorno per ignorarci il giorno dopo. E' l'unico in cui possiamo confidare, l'unico che non ci abbandonerà mai. Nessuno ha creato Dio. Egli è sempre esistito. Non cambia mai. Non diventa mai vecchio o debole.La Bibbia parla anche di Dio come nostro "Padre", che ama ed apprezza ogni persona che ha fatto nascere. Dio ci ha creati e Dio si prende cura di noi. Infatti, il Dio che ci ha creati si è preso cura di noi al punto di mandare suo Figlio a morire per i nostri peccati e riportarci a lui.
Pregare è aderire alla volontà di Dio. Si deve pregare per suscitare in noi l'amore per Dio ed amare Dio significa fare ciò che Egli desidera. Non dobbiamo con la preghiera pretendere di far cambiare idea a Dio, o di tirarlo dalla nostra parte per imporgli il nostro punto di vista, ma, al contrario, la preghiera deve spingere noi dalla parte di Dio. (fonte https://preghiera.borgatarosa-sassi.it/)
Filmato :
Claudia Koll legge Maria Valtorta (Il Risorto dalla Madre)