Facebook comunichiamo solo con noi stessi

27.09.2017 18:39

Facebook: quando credendo di parlare con altri, comunichiamo solo con noi stessi

(dal Fatto Quotidiano - di Pino Corrias)

Nel tempo in cui si va globalizzando tutto, compresa la disperazione dei migranti che ci parlano attraverso il loro corpo, la loro allarmante invadenza fisica, il re della più grande rivoluzione immateriale e antisociale, Mark Zuckerberg, festeggia con un miliardo di persone connesse in un solo giorno, il rumore di fondo che ci avvolge (ci scalda, ci illude) e che noi chiamiamo comunicazione interattiva, equivocandone il suo sostanziale silenzio passivo. Perché credendo di parlare agli altri, stiamo in realtà parlando con noi stessi. In una collettiva regressione infantile, verso quei giochi che giocavamo da soli, ma facendo le voci di tutti i personaggi in campo.

Filmati  da youtube  :  

Il Lato Oscuro dei Social Network  

Come evitare le trappole nei social network

Attenzione però alle tante gocce di Amore nel network come : 

Maria Luigi Epicoco  Ft     su Facebook

Padre Andrea Gasparino  su Facebook

Padre Serafino Tognetti    su Facebook 

Padre Marko Ivan Rupnik su Facebook gruppo Amici

Don Tonino Bello               su Facebook

Don Dolindo Ruotolo         su Facebook

Maria Valtorta Santa subito su Facebook   e tanti altri ancora ...

Facebook è un kinderheim planetario. Dentro al quale la benestante moltitudine del pianetaquella che in questo momento non sta morendo di fame, di sete, di aids, non sta per annegare su un barcone, non si sta scannando nella macelleria di una qualche lurida guerra santanon ha assolutamente nulla da dire, ma lo dice almeno una dozzina di volte al giorno.

Lo fa postando nella propria pagina il piatto di patatine che sta per mangiare. La bevanda colorata che ha di fronte. Il bel tramonto ad ampio schermo e il brufolo stretto nel dettaglio. Lo fa scrivendo resoconti non richiesti di vacanze andate in malora e di diete da ultimare. Di amori finiti male. Di un film da vedere, di un ristorante vegano da evitare. Di un video imperdibile dove un tizio da qualche parte in America ha appena sterminato la famiglia e ora finalmente sta per suicidarsi, appena dopo la pubblicità.

La forma che in Facebook diventa sostanza, illude chi digita i messaggi che stia per davvero comunicando qualcosa a qualcuno, ma non è quasi mai vero. Il più delle volte sta solo facendo a se stesso il resoconto millimetrico della propria solitudine. E sta usando gli altri come pretesto. Sta semplicemente dicendo allo specchio “Io sono qui”. E dicendolo dieci volte al giorno, vuole convincersi di esistere per davvero almeno in quello specchio, grazie a quella scia digitale che lo avvolge di luce. Per poi cercare il coraggio di farsi la seconda domanda, quella cruciale: “C’è qualcuno in ascolto?

Domanda che non ha quasi mai una vera risposta, anche quando ne raccoglie cento oppure mille. Perché se chi manda una voce in rete la manda a se stesso, altrettanto fa chi risponde, quasi sempre parlando d’altro, accontentandosi di cogliere uno spunto per imprimere una nuova direzione al discorso, la sua.

Un tempo mi impressionavano i primi viaggiatori di treni e metropolitane che non alzavano mai lo sguardo verso il vicino, ma concentravano tutta la loro attenzione sulla superficie dei cellulari e dei computer che li rifornivano di immagini, suoni e compagnia. Erano sparpagliati qui e là nei vagoni, in mezzo a qualche giovane donna che inspiegabilmente leggeva ancora un libro di carta e a qualche filippino che parlava (in diretta, live) con la persona in carne e ossa che gli stava accanto. Oggi il paesaggio è uniforme, quelle giovani donne con i libri sono scomparse, i filippini sono anche loro connessi, intorno solo teste reclinate in sequenza sui bagliori dello schermo degli smartphone, nessuno che si azzardi ad alzarla.

Lo stesso accade sempre più spesso – fateci caso – al ristorante, al semaforo, dove coppie di amici o fidanzati navigano ognuno per contro proprio, insieme solo nella forma, ma separati nella sostanza. Ognuno dentro un mondo lontanissimo, il proprio.

Ma l’immaterialità che ci avvolge non è e non sarà senza conseguenze. Ci sta rendendo sempre più fragili – più stupidi e specialmente più spaesati – come lo sono quei turisti d’agenzia o da crociera che credendo di viaggiare per il mondo stanno fermi in un simulacro del mondo, protetti dall’aria climatizzata, lavati e nutriti, difesi da ogni interferenza della vita reale, fossero anche il caldo e gli insetti.

La nostra crociera dentro il mondo che non esiste, finirà prima o poi per fare naufragio contro gli scogli di quello vero. La crisi economica e i tagliatori di teste non spariranno in un clic. E nemmeno le ondate dei migranti che con i loro corpi e le loro morti atroci sono un principio di realtà che ci sorprende così tanto da credere alla scorciatoia politica dei muri e delle ruspe. E se quel giorno – mentre postiamo una ricetta o un insulto su Facebook – ci verrà addosso il mondo, toccherà affrontarlo con gli occhi di nuovo aperti e il telefonino spento. Se ne saremo ancora capaci.

Secondo Guido Castellano :

1- Facebook è gratis, ma sapete come si finanzia? Raccoglie e vende alla pubblicità informazioni dettagliate su gusti, consumi, idee degli iscritti. Senza informarli di chi riceve i loro dati.

2- Non garantisce la privacy. Le informazioni possono essere viste da chiunque. Un profilo dettagliato è un invito a nozze per i ladri d’identità, che potrebbero fingersi voi, truffare qualcuno e mettervi nei guai.

3- Nulla impedisce di creare un profilo di un’altra persona. Qualcuno potrebbe impersonare un vostro conoscente, per farsi dare informazioni riservate.

4- Tutti sapranno chi frequentate. Per esempio, la vostra fidanzata potrebbe scoprire che siete amici di quella bionda che giuravate di non conoscere quando vi ha salutato per strada.

5- Ha senso dedicare il proprio tempo a rintracciare i vecchi compagni di scuola o a fare giochini e test? Su Facebook Italia esiste il gruppo Tra Facebook e Msn anche oggi non ho combinato un c...: tenetene conto.

Da Dol's Magazine :

I Pro ed i Contro Facebook.

Pro:

  • Ritrovi contatti con persone che hai perso di vista anche da lungo tempo.
  • Capita di incontrare, virtualmente e poi magari vai oltre, persone interessanti con le quali instaurare nuove relazioni amicali, amichevoli, o di altra gradita natura.
  • Facilita il confronto e lo scambio consigli e informazioni tra esperti o interessati a determinati ambiti specifici (cultura, hobbies vari, viaggi, ecc. ecc. )
  • Ti permette di essere sempre puntuale nel fare gli auguri di compleanno agli amici.
  • Ti consente, a volte e non sempre, di captare o monitorare l’umore e-o una parte di lato ombra di figli, parenti, amici.
  • Si presta a divenire una “ estemporanea e immediata “ valvola di sfogo evita sbottamento con urlo nel contesto reale. NB. Questo però lo inserisco anche nei contro!
  • Se hai amici intelligenti e con approccio alla vita, valori e interessi analoghi ai tuoi, ti permette di approfondire o non perdere notizie, informazioni, pubblicazioni e o spettacoli e mostre che potenzialmente ti sarebbero sfuggite.
  • Ti permette di osservare come si comportano, ragionano, esprimono, molte persone diverse e distanti da te in vari sensi

Contro

  • Il mood ossessivo, maleducato, rabbioso, velenoso e violento emerge, dilaga, è in generale esasperato via Fb. Fb è un vomitarium e amplificatore di vomitarium.
  • Bufale. Le bufale sono virali e divampano via Facebook. Qualcuno le lancia, qualche altro, per interesse, le rilancia. Ma il problema vero sono i troppi, ignoranti o ingenui o idioti che ne moltiplicano le condivisioni e quindi la viralità, diventando, consapevoli o meno, complici di diffamazioni-sproloqui-falsità della più bassa lega, veri e propri pericoli pubblici in una società che non ha o non sa più usare coscienza critica.
  • Percepisci la violenza quotidiana, la crescente stupidità, l’emotività allo stato brado, la mancanza di empatia, della capacità di leggere – comprendere-elaborare un pensiero fluido, logico, razionale, ricevibile.
  • Ogni notizia da quotidiano rischia di diventare discussione – ossessione. La condivisione diventa troppo spesso eccesso.
  • La mancanza di educazione e rispetto dello spazio-bacheca, oltre che dell’opinione, altrui è ormai all’ordine del giorno. Invasioni barbariche quotidiane imbrattano la bacheca di ciascuno.
  • Il limite del post scritto, chiaramente, induce a maggiori potenziali equivoci.
    Subisci talvolta il prodotto da “valvola di sfogo” di terzi (menzionato prima come pro).
  • Bisogna porre attenzione alle informazioni che, anche involontariamente, fornisci su te stesso, potrebbero usarle “ contro “ di te.
  • Qualcuno ti profila nei minimi dettagli, a quali fini ancora non si sa ( oltre a quelli ovviamente commerciali).