Cancro - Cura Padre Zago

17.01.2017 23:01

Filmati   :       Di cancro si può guarire      intervista a Padre Zago 

Documentario sulle cure proibite del cancro

Come ho Scoperto Aloe Arborescens    Inrevista a Padre Zago

Tumore al Fegato  Intervista al Dott. Roberto Bianchi

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ATTENZIONE - 20/03/2019 La ricetta di Padre Zago prevede il Miele d'api genuino. Padre Zago scrive : "Si usa il miele d'api, genuino, con tutte le sue qualità, perchè ritenuto, sin dai tempi più antichi, un ottimo alimento. Il miele riesce a penetrare nel nostro organismo, fino ai suoi angoli più nascosti. E' su questo veicolo che l'Aloe Arborescens sarà condotta ad effettuare la pulizia e la rimozione delle impurità, che troverà strada facendo. Questo procedimento comporterà una pulizia generale di tutto l'organismo, soprattutto del sangue, il che potrà causare la guarigione dal cancro ed anche da altre malattie correlate, ad esempio reumatismi, artrosi, ecc. Il sangue purificato è responsabile diretto della salute dell'organismo e di conseguenza della salute della persona." ATTENZIONE - Il miele dell'Amazzonia, impiegato da Padre Zago ha funzionato per tantissime persone con cancro oltre il terzo stadio, ma il miele impiegato dal mio fornitore pur risolvendo vari problemi di "infiammazioni", non è riuscito a veicolare l'Aloe A. nella circolazione sanguigna. Bisogna provare il miele prodotto nel Parco Nazionale d'Abruzzo (PNA), dove sono presenti due produttori, che sembrano affidabili. 

Alcuni studi scientifici effettuati sull’Aloe Arborescens, nell’anno 2009, dimostrano come questa pianta possa essere d’aiuto nella lotta ai tumori. Lo studio è stato realizzato da due medici italiani: il Dott. Adelio Alberto Mora e il Dott. Paolo Lissoni, noto oncologo dell’ospedale San Gerardo di Monza ed altri. Questo studio riguarda le proprietà dell’Aloe Arborescens e i benefici che essa può apportare somministrata secondo la ricetta di Padre Romano Zago, abbinato alla chemioterapia in alcuni pazienti con carcinoma metastatico in fase iniziale, suggerendo la possibilità di manipolare biologicamente l’efficacia e la tossicità della chemioterapia attraverso sostanze immunomodulanti endogene o esogene

Questo  lo studio originale  in lingua inglese in formato pdf. Vediamo di capire insieme quali sono i dati più significativi riportati da questo studio. In totale sono stati analizzati 240 pazienti con tumori metastatici solidi (cancro al polmone, cancro del colon-retto, cancro gastrico e cancro del pancreas), alcuni trattati solo con la chemioterapia, altri con la chemio ma somministrandogli in aggiunta la ricetta di Padre Romano Zago a base di Aloe Arborescens.  L’Aloe è stato somministrato su una parte dei pazienti per via orale, sia durante che dopo la chemioterapia, a 10 ml tre volte al giorno senza interruzione fino alla progressione della malattia, a partire da 6 giorni prima dell’inizio della chemioterapia, in una miscela costituita da 300 g di foglie fresche di Aloe Arborescens, 500 g di miele più 40 ml di alcol 40% (ricetta di Padre Romano Zago). La chemioterapia, invece, è stata somministrata settimanalmente. Le risposte cliniche sono state radiologicamente valutate dopo almeno tre cicli di chemioterapia. I pazienti sono stati controllati ogni settimana da test di laboratorio di routine.

I risultati

Le percentuali complessive di risposte complete (CR) e le risposte parziali (PR) raggiunte nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe Arborescens, erano significativamente più alte rispetto a quelle dei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia da sola (34% vs 19%). Le risposte complete si sono verificate nel 10% dei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe Arborescens e solo nel 3% dei pazienti trattati con chemioterapia da sola. Questa differenza era statisticamente significativa. La malattia stabile (SD) è stata raggiunta nel 31% dei pazienti trattati solo con chemioterapia e nel 34% dei pazienti che hanno ricevuto una concomitante somministrazione di Aloe. Il controllo della malattia ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe Arborescens ha dimostrato una percentuale significativamente maggiore di quella riscontrata nei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia da sola (67% vs 50%). Anche la percentuale di sopravvivenza a 3 anni ottenuta nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe era significativamente superiore rispetto a quella riscontrata nel gruppo di chemioterapia da sola. L’Aloe Arborescens è stato ben tollerato in tutti i pazienti ed è stata riscontrata un’ assenza di effetti metabolici indesiderati.  Inoltre, il numero medio dei linfociti osservato dopo la terapia nei pazienti trattati contemporaneamente con Aloe è stata significativamente superiore a quello osservato nel gruppo trattato con sola chemioterapia, mentre nessuna differenza era stata osservata prima dell’inizio del trattamento. Infine, la chemioterapia è stata sostanzialmente più tollerata dai pazienti trattati contemporaneamente con l’Aloe Arborescens. In particolare, la comparsa di astenia e/o fatica era significativamente minore nei pazienti trattati contemporaneamente con aloe che in quelli che hanno ricevuto la sola chemioterapia (26% vs 46%).

Questo studio sembra asserire quindi che l’Aloe Arborescens può essere associato con successo alla chemioterapia per aumentare la sua efficacia in termini di velocità di regressione del tumore ed aumento del tempo di sopravvivenza, almeno in pazienti con stato clinico povero a causa della bassa PS o importanti malattie mediche, in cui l’attività terapeutica di chemioterapia da sola è generalmente bassa.  La formulazione recente di regimi di biochemioterapia potrebbe rappresentare una strategia molto semplice e promettente nel trattamento di neoplasie umane.

L’Aloe Arborescens è una delle piante più importanti per l’attività antitumorale e la proprietà antineoplastica è dovuta alle proprietà antiproliferative, immunostimolanti e antiossidanti. Oltre all’Aloe Arborescens, si è scoperto che anche la Cannabis e la Mirra hanno proprietà antitumorali.   Nonostante le differenze nella struttura chimica delle loro molecole, l’attività antitumorale di aloe, cannabis e mirra è basata su meccanismi molto simili, costituiti da attività antiproliferativa, immunostimolante, antinfiammatoria e dall’effetto antiossidante.

Nella cannabis e nella mirra, gli effetti antiproliferativi e immunoinflammatori-modulante sono attribuiti alle stesse molecole: tethrahydrocannabinol cannabinolo per la cannabis e la T sesquiterpene cadinol per mirra. Al contrario, l’attività antiproliferativa e gli effetti immunomodulanti dell’Aloe Arborescens sono principalmente esercitati dall’aloe-emodine, la cui azione oncostatica ha dimostrato di essere particolarmente evidente contro le cellule tumorali neuroendocrine. D’altra parte, le proprietà immunostimolanti dell’Aloe Arborescens sono principalmente a carico di acemannan e glycomannan, la cui stimolazione antitumorale è mediata, almeno in parte, dalla inibizione di secrezione di interleuchina, con conseguente aumento della produzione di IL-2, che svolge un ruolo fondamentale nella generazione dell’immunità antitumorale.

Le proprietà antitumorali dell’Aloe Arborescens sono state confermate da diversi esperimenti in vitro e in vivo rivelando che non dipende solo dal suo effetto immunomodulante, come creduto fino a poco fa, ma anche da una inibizione diretta della cellula tumorale attraverso la proliferazione di aloenin e molecole simili. La terapia dell’Aloe è stata particolarmente studiata nel trattamento della psoriasi, iperlipidemia e diabete mellito e può esercitare effetti anticolesterolo ed effetti antidiabetici. Inoltre, stimola la riparazione delle ferite. Infine, l’Aloe è stato utilizzato per il trattamento della neoplasia umana, sebbene sono disponibili solo dati preliminari. La maggior parte degli studi sono, però, molto limitati da un punto di vista metodologico, a causa del basso numero di pazienti e la mancanza di randomizzazione. Pertanto, il presente studio sull’abbinamento dell’Aloe Arborescens alla chemioterapia, è stato previsto nel tentativo di studiare l’influenza dell’Aloe nei pazienti con cancro a basso stato clinico. Lo studioso Adelio Alberto Mora, le cui ricerche sono state fatte senza fine di lucro ma solo per amore e passione per chi soffre di malattie varie, ha anche apportato delle modifiche alla ricetta di Padre Romano Zago, per adattarla meglio ad alcuni pazienti affetti da patologie particolari.

Modifiche alla ricetta di Padre Romano Zago

Miele

Nella preparazione casalinga della ricetta , informando anche Padre Romano Zago, hanno diminuito la quantità del miele da 500g a 150 g , anche se sarebbe meglio mettere solo 50g di miele in particolare per chi soffre di Diabete ; meglio di tutto sarebbe il Miele di Melata (meno zuccherino); è stata sperimentata anche la Stevia invece del miele, che ultimamente ha sostituito tutti i dolcificanti , ritenuti TOSSICI . In alternativa è possibile sostituire il miele con un frullato di frutta, meglio di tutti sarebbe una banana semi acerba e NON matura, perché i diabeti possono sopportarla molto bene dato che gli zuccheri non si sono ancora formati ( Scoperta brasiliana).

Grappa

Invece della Grappa o del Whisky (peggio il Cognac che è astringente), aggiungere la spremuta di mezzo limone (confermato anche da Padre Romano Zago via e-mail ), che è anche un antiacido per eccellenza ed un antitumorale naturale. Questo, in particolare per chi non può assumere alcolici.

Preparazione

Per quanto riguarda la procedura, le foglie NON devono essere frullate, ma ‘passate’ con un normale ‘passa pomodoro’. Questo perché, se le foglie vengono frullate, il perno centrale del frullatore, con l’alta velocità, raggiunge una temperatura superiore ai +70° gradi, che può alterare alcune proprietà dell’Aloe. Diverso il caso, se si possiede un Bimby Worwerk, che non và in surriscaldamento alla velocità 10.
(Dal sito aloedipadrezago.it) 

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