Attenti ai giochi-test su Facebook. Non sono innocui!

02.03.2016 13:15

Da  Aleteia  :  Sono prodotti da un'azienda di web marketing che ha obiettivi non proprio etici  

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Il caso lo rilancia Avvenire (29 febbraio): i test-gioco su Facebook hanno ben poco di etico e sono tutt’altro che semplici passatempi. O meglio, lo sono per chi vi partecipa, ma in realtà nascondono ben altri obiettivi.

Perché sono prodotti ad hoc da un’azienda che li usa per incamerare i dati personali di chi partecipa a questi test.

CHE LAVORO FARAI…?

Esempi pratici? Eccoli: “Quale sarà il tuo lavoro fra 10 anni? Clicca qui per scoprirlo” e compare, ad esempio, che tra 10 anni sarai venditrice di noccioline e guadagnerai 75.000 euro all’anno; oppure sarai cantante e guadagnerai 125.000 euro. Nella homepage di Facebook se ne trovano diversi.

Ovviamente sono test-giochi, che promettono di svelarti “quale animale sei”, “quanto ne sai sull’amore”, “qual è il tuo colore” e “quale personaggio storico saresti”. Ogni volta che clicchiamo sui post che reclamano questi test, veniamo indirizzati in un sito che in pochi secondi ci fornisce un risultato.

ATTENTI A “NAMETEST.COM”

A realizzare questo tipo di test-gioco pubblicato sul sito “ nametests.com ”, è una società tra le più grandi fornitrici mondiali di siti Web, video virali e app per smartphone. Questa società adotta tutte strategie di marketing digitale indirizzate a generare nuovi clienti, download e fan per quest’ultima.

Ogni volta che clicchiamo su uno di questi test inviamo a loro i nostri dati personali (Nome, Cognome, Data di nascita, email, telefono ecc ) e ciò che pubblichiamo quotidianamente su Facebook, ma anche i dati sensibili di tutti i nostri amici del social. Dati che l’azienda (e tutte le altre simili che offrono questo tipo di test/giochi) userà per inviarci pubblicità mirate via social ma anche via mail.

CONSENSO “RUBATO”

Basta che decidiamo di partecipare anche a un solo test (ad esempio per sola curiosità), per dare il consenso a spiare nei nostri profili social, in questo caso Facebook, e di conseguenza a conoscere parecchi aspetti della nostra vita personale, tutto ciò per invaderci di pubblicità.